"Il giorno dello spettacolo era una sera tiepida..."

Per Frida Constanza



Il giorno dello spettacolo era una sera tiepida, più tiepida dalle sere precedenti, ma ancora tiepida; dentro del teatro l’aria era sospesa tra la crescente angoscia delle ballerine che spiavano dietro le quinte, e tra la fresca aria delle spettatori che, quella sera erano arrivati puntuali.

Il programma includeva letture di poesía ed un piccolo intermezzo nel qualle si poteva bere e mangiare. Dopo alcuni minuti e tra sontuose chiachierate, le trenta cinque persone pressero il loro posto, ordinarono da bere e da mangiare nello stesso tempo in cui si sentiva una voce che diceva “questa è la prima chiamata”.

La luce del teatro era una luce tenue che poco a poco riempiva di caldo i corpi degli spettatori, spettatori che aspettavano che le ballerine apparsero nello scenario vestito con un fondale rosso. Questo scenario fatto, le parete da specchi e il suolo di legno, augurava un forte ed emotivo spettacolo di flamenco in una sera di Maggio. Nella terza chiamata, le ballerine non si feccero aspettare, ogniuna vestita con una lunga gonna nera ed un “piquillo” rosso cominciarono a ballare.

Loro avevano messo, in una delle quattro pareti, come accompagnatore un poster di Camarón de la Isla in maniera di amuleto di protezione, che secondo me, era un ottimo auguro per le quattro ballerine.

Cominciarono a ballare con "Sevillanas de la Liebre", sevillanas che rappresentano una parte del flamenco ancora molto tradizionale, la voce stracciata di una vecchia spagñola si mise a cantare allo stesso tempo che la chitarra, e inmediatamente le ballerine si misero a muovere nello scenario.

Le Sevillanas hanno la caratteristica di sempre essere quattro, ogniuna piú difficile che l’altra. La velocità e la difficoltà vanno in aumento, i movimenti si fanno più duri, i visi trasmettono allo stesso tempo paura, tranquilità ed esaltazione.

Non credo che il pubblico abbia avuto la capacità per decifrare cosa sucedeva nel pensiero di quelle quattro ballerine, preocupate da tasmettere il loro sentimento ad un pubblico completamente strano, carente di un’altro nesso con loro che non fosse il perimetro che vi conteneva in quel piccolo teatro.

Subito arrivò l’ intermezzo, tra applausi e fischi di emozione, tra voci che si spegnevano nei bicchieri di vino rosso, le ballerine sorridevano per loro stessi, ringraziando la sera tiepida, lo sguardo smorto di Camarón e le mescolate emozioni che bollivano nel loro cuore.

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